Social distancing, i brand adattano il proprio logo al Coronavirus

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Al tempo del Coronavirus, niente è come prima. Le aziende adattano la propria comunicazione e, addirittura i propri loghi al social distancing. Quanto è efficace questa pratica? Cerchiamo di capirlo con gli esempi.

Le aziende cercano di diffondere i propri messaggi ed aumentare la propria brand awareness anche attraverso iniziative come la ri-progettazione del logo, in virtù del social distancing. Da dove arriva questa pratica? Può essere considerata un comportamento virtuoso? Scopriamo insieme alcuni esempi e vediamo cosa ne pensano gli esperti.

Indice

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Cos’è il social distancing?

Tutti noi lo stiamo attuando, dal momento che stiamo facendo i conti con il Coronavirus. Per social distancing o distanziamento sociale, si intende un insieme di azioni di natura non farmacologica per il controllo delle infezioni volte a rallentare o fermare la diffusione di una malattia contagiosa. Fra gli svantaggi del distanziamento sociale, la solitudine, la riduzione della produttività e la perdita di altri benefici a livello psicologico associati all’interazione umana. Uno dei primi riferimenti alla pratica del distanziamento sociale risale al VII secolo a.C. nel libro del Levitico.

Loghi a prova di social distancing

Sono molte le aziende che hanno ri-progettato il proprio logo per mostrare vicinanza ai propri clienti e consumatori. Un’iniziativa simpatica, se vogliamo. Anche se non tutti gli esperti concordano sull’opportunità di simili pratiche. “I marchi che progettano loghi di social distance possono potenzialmente ridurre la gravità di ciò che stiamo attraversando”, ha detto alla CNN Business, Douglas Sellers, direttore creativo esecutivo della ditta Siegel + Gale.

Mc Donald’s Brasile la prima ad aggiornare logo

A mettere in pratica il social distancing all’interno del proprio logo ha cominciato McDonald’s Brasile. Gli iconici archi dorati sono stati divisi. E l’immagine, pubblicata sulla pagina Facebook dell’azienda ha subito generato tantissime reazioni.

Coca-Cola rivede logo e slogan per il distanziamento sociale

“Stare separati è il modo migliore per rimanere in contatto” è, invece, il motto di Coca-Cola, associato alla scritta i cui caratteri sono stati distanziati. Questo motto sostituisce, momentaneamente, l’invito a celebrare l’amore e lo stare insieme. Lo troviamo su un cartellone a Times Square.

Audi e Volkswagen, insieme per la social distancing

Hanno modificato i propri loghi anche Audi e Volkswagen. Le due case automobilistiche, della stessa proprietà, hanno provveduto a separare gli elementi distintivi dei propri marchi: Audi ha distanziato i celebri quattro cerchi; Volkswagen ha distanziato la W e la V all’interno del cerchio.

Anche La Montagna del Cilento adatta il proprio logo al social distancing

Vi sono iniziative di ri-progettazione del logo in virtù della social distancing anche a livello locale. Fra queste, troviamo La Montagna del Cilento, pagina di promozione turistica e culturale del comune di Piaggine. Da qualche giorno, ha distanziato gli elementi costitutivi del proprio logo ed aggiornato l’immagine dei propri profili.

Il senso di questa pratica

Come dicevamo in precedenza, non tutti sono favorevoli a simili iniziative. D’altra parte, il momento che stiamo vivendo è molto serio. La salute di tutti di noi è messa in gioco da un nemico invisibile. Ma cerchiamo di capire perché le aziende decidono di attuare una comunicazione del genere. Qual è il loro intento? Comunicare la crisi, come scrivevamo in un altro recente articolo, non è semplice per nessuno. Ma restare in silenzio è anche peggio.

Il senso di simili iniziative non è quello di prendersi gioco delle misure adottate per contrastare la diffusione del Coronavirus: sarebbe folle anche solo pensarlo. L’obiettivo è senz’altro quello si “segnalare la propria presenza”, evitando di rimanere in silenzio. Si dimostra così una vicinanza alle persone che seguono il brand. Si cerca, per quanto possibile, di sdrammatizzare la condizione di isolamento che tutti siamo costretti a vivere. In ultimo, possiamo dire che questi brand contribuiscono – anche con questo tipo di comunicazione “leggera” – a diffondere e quindi, a far accettare, i provvedimenti presi dalle autorità competenti.

Voi cosa ne pensate? Approvate o bocciate queste iniziative? Scrivetelo nei commenti.

Cosa ne pensi?

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Felice Tommasino

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