Chiusura TikTok De Luca: “Stanno diventando creativi”. Il social popolare fra le nuove generazioni è al centro del dibattito fra le grandi potenze del mondo. Vediamo cos’è successo.
Perché gli USA vietano TikTok
Come sappiamo, gli Stati Uniti hanno vietato l’app TikTok sui dispositivi di proprietà del Governo. Ora, i dipendenti delle agenzie federali hanno trenta giorni di tempo per eliminarla da smartphone e tablet. Fra tre mesi, scatterà il divieto, come riporta AdnKronos.
La svolta di TikTok sulla privacy
A dicembre 2022, TikTok ha apportato modifiche alla propria politica sulla privacy. I suoi dipendenti, ora, possono accedere ai dati degli utenti europei. Il timore, da parte dei funzionari statunitensi, è che il governo cinese possa fare pressioni su ByteDance – proprietaria di TikTok – per ottenere le informazioni in suo possesso e sfruttarle ai fini di intelligence o per fare disinformazione.
Sulle orme degli USA, Canada ed Unione Europea hanno vietato l’utilizzo di TikTok sui cellulari ufficiali ai propri funzionari.
La risposta della Cina agli USA
La replica di Pechino non si è fatta attendere. Il portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning invita gli Stati Uniti a rispettare i principi dell’economia di mercato e della concorrenza leale. “Quanto insicura di sé deve essere la prima superpotenza al mondo, gli Stati Uniti, per arrivare a temere in questa maniera l’App favorita dai giovani”, ha poi aggiunto.
Chiusura TikTok De Luca commenta la decisione USA
Con un breve video pubblicato sulla propria pagina Instagram, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha parlato della possibile chiusura di TikTok.
Il video di De Luca sulla chiusura di TikTok
De Luca: “Cari ragazzi ci arriva una cattiva notizia: vogliono chiudere TikTok”. La didascalia del post riprende una delle frasi rivolte dal Presidente ai ragazzi: “Mao Tse-tung vi osserva dall’alto…”. In chiusura di video, c’è spazio per un parallelismo fra la creatività italiana e quella statunitense. Ma, prima, De Luca ricorda quanto accaduto, proprio negli Stati Uniti, con WikiLeaks.
Questo sembra essere soltanto uno dei primi capitoli della vicenda. L’attenzione alla privacy è sempre più al centro del dibattito pubblico. E lo è sempre di più. Come, sempre di più, ci troviamo a condividere i nostri dati su app di vario genere, per usufruire dei servizi più disparati.