Uno degli enigmi più avvincenti per chi frequenta i social è il funzionamento dei loro algoritmi: comprenderli equivale ad essere capaci di sfruttarne a pieno le potenzialità. In questo articolo, cercheremo di capire come funziona l’algoritmo di Facebook e come sfruttarlo nel 2021.
Dopo aver visto come aumentare la copertura organica dei nostri post, cercheremo di capirne di più su come funziona l’algoritmo di Facebook e come sfruttarlo nel 2021. Prima di partire, ribadiamo che non esistono trucchi né inganni: la strada per il successo – come diceva qualcuno – è lunga anche sui social. Ma dedizione, costanza e qualità possono sicuramente aiutarci ad avere successo nelle nostre campagne social.
Sommario
In questo articolo su come funziona l’algoritmo di Facebook, vedremo:
- Cos’è l’algoritmo di Facebook
- Come è cambiato l’algoritmo di Facebook negli anni
- Come funziona l’algoritmo di Facebook
- Come sfruttare l’algoritmo di Facebook nel 2021
- Rispondere a commenti e messaggi
- Stimolare l’interazione
- Puntare sull’emotività
- Pubblicare quando il nostro pubblico è online
- Sfruttare le Storie di Facebook
- Curare un gruppo collegato alla Pagina
- Pubblicare delle dirette video
- Puntare a farsi inserire fra i preferiti
- Pubblicare video interessanti e di lunga durata
Cos’è l’algoritmo di Facebook
Cos’è l’algoritmo di Facebook? L’algoritmo di Facebook decide quali post vediamo nel nostro feed e in quale ordine ci vengono mostrati. Facebook fa sapere che non esiste un singolo algoritmo, ma “più livelli di modelli e classifiche di apprendimento automatico”, costruiti per prevedere quali post saranno “più preziosi e significativi per un individuo a lungo termine”.
Come lavora l’algoritmo di Facebook
Come funziona l’algoritmo di Facebook? Prima di approfondire meglio la questione, proviamo a dirlo in poche parole. L’algoritmo di Facebook valuta ogni post, gli assegna un punteggio e lo dispone in ordine decrescente di interesse per ogni singolo utente. Questo processo si verifica ogni volta che un utente – ne conta circa 2,7 miliardi – aggiorna il proprio feed di notizie.
Come ovvio che sia, Facebook non rivelerà mai come funziona esattamente il suo algoritmo. Ma possiamo provare ad intuirne il funzionamento tenendo presente quella che è la costante di ogni algoritmo di social media: far sì che le persone continuino a scorrere il feed e, quindi, fare in modo che vedano sempre più annunci.
Come è cambiato l’algoritmo di Facebook negli anni
Il news feed di Facebook ha fatto il suo debutto nel 2006. Il pulsante “Mi piace” è apparso nel 2007. Nel 2009, Facebook ha presentato per la prima volta una classificazione in cui i post con il maggior numero di “Mi piace” venivano mostrati in cima al feed.
Dal 2015, Facebook ha iniziato a dare maggior peso all’esperienza utente: ha iniziato a declassare le pagine che pubblicavano un volume elevato di contenuti eccessivamente promozionali. Allo stesso tempo, il social di Mark Zuckerberg ha dato la possibilità, ai propri utenti, di personalizzare il proprio feed: la funzione “Vedi per primo” consentiva agli utenti di indicare che i post di una Pagina avrebbero avuto la priorità nel loro feed.
Nel 2016, Facebook ha introdotto il criterio del tempo. Il tempo è inteso come la quantità di tempo trascorso dagli utenti su un determinato post, a prescindere dalle interazioni effettivamente compiute. Già allora, iniziavano ad acquisire maggiore rilevanza i video in diretta.
Dal 2017, il social ha avuto la svolta emotiva, se così possiamo dire. Facebook ha iniziato a soppesare i post anche in base alle diverse reazioni messe a disposizione degli utenti: il cuore, la faccia arrabbiata e quella con la lacrimuccia hanno sovrastato, per importanza, il semplice “Mi piace”. Nello stesso anno, è stato introdotto il criterio del completamento, per quanto riguarda i video: quelli che venivano visti da più utenti, fino al completamento, venivano mostrati a più persone.
Il 2018 è stato un anno di grandi cambiamenti. Monta la polemica sugli effetti negativi che Facebook può avere sulle persone. Dal canto suo, Mark Zuckerberg risponde implementando una maggiore priorità per i post in grado di stimolare conversazioni ed interazioni significative. I post di amici e familiari assumevano così maggiore rilievo. Questo ha messo in difficoltà aziende e brand: si sono dovuti ingegnare sempre di più per produrre contenuti di valore, per poter sopperire alla diminuita portata organica dei propri post.
Dal 2019, l’importanza dei video è ulteriormente aumentata: video di qualità in grado di intrattenere gli utenti per più di un minuto avevano priorità maggiore; ancora meglio, se capaci di intrattenere per una durata superiore ai tre minuti. Non solo: il social ha anche dato maggiore rilievo ai contenuti dei nostri amici più stretti, quelli con cui interagiamo di più, sia che ci tagghiamo a vicenda nelle foto, sia che ci scriviamo messaggi su Messenger.
Nello stesso anno, Facebook ha dovuto fronteggiare il rinfocolarsi della polemica circa la sottrazione di dati personali dei propri utenti ed il crescente malcontento per il ruolo che la piattaforma ha svolto nella diffusione di contenuti disinformativi e pericolosi.
E arriviamo ai giorni nostri. Dal 2020, Facebook si è promesso e ci ha promesso un crescente potere di scelta: possiamo decidere quali annunci continuare a visualizzare e quali no. Inoltre, come fatto da altre piattaforme, il social di Mark Zuckerberg ha annunciato la propria discesa in campo per il contrasto alla diffusione di fake news: valuterà la credibilità e la qualità degli articoli di notizie al fine di promuovere notizie comprovate.
Come funziona l’algoritmo di Facebook nel 2021
Siamo arrivati a scoprire come funziona l’algoritmo di Facebook nel 2021. In breve, possiamo così riassumere il funzionamento dell’algoritmo:
- Facebook prende ogni post disponibile nella rete di ognuno di noi utenti e vi assegna un punteggio in base a segnali di classificazione predeterminati, come il tipo di post, la recency, ecc.
- Successivamente, elimina i post con cui è improbabile che noi interagiremo, in base al nostro comportamento passato. Inoltre, retrocede i contenuti che non vorremmo vedere, come ad esempio articoli acchiappaclic (clickbaiting), disinformazione o contenuti che abbiamo esplicitamente dimostrato di non gradire.
- Quindi, costruisce una rete neurale sui restanti post per assegnarvi un punteggio in modo personalizzato e li classifica in ordine di valore.
- Infine, organizza una sezione trasversale di tipi di media e fonti in modo che ognuno di noi abbia una varietà interessante di post da scorrere.
Quali sono i fattori che portano un post ad avere precedenza su tutti gli altri? Ogni feed è una storia a sé: i fattori possono essere differenti per ognuno di noi. Facebook afferma di utilizzare migliaia di segnali di ranking. Fra questi, figurano la nostra propensione a reagire ai post, con “Mi piace”, reazioni e/o commenti, e perfino la velocità della nostra connessione internet.
Come abbiamo visto, Facebook ha più volte aggiornato il funzionamento del proprio algoritmo nel corso degli anni. Ma, fra tutti i fattori presi in considerazione nel tempo, quattro sembrano essere quelli sempre presenti ed in grado di influenzare l’algoritmo.
Quali fattori influenzano il posizionamento di un post
Quali sono i fattori che influenzano il posizionamento di un post e, quindi, la sua visibilità? Come dicevamo, quattro fattori sono la costante dell’algoritmo di Facebook negli anni. Essi sono:
- Relazione: il post è di una persona, azienda, fonte di notizie o personaggio pubblico con cui interagiamo spesso? Fra le interazioni prese in considerazione, anche i messaggi, i tag e il “segui”;
- Tipo di contenuto: che tipo di media si trova nel post e con quale tipo di media siamo soliti interagire? Video, foto o link?
- Popolarità: come reagiscono le persone che hanno già visto il post? Gli osservati speciali sono i nostri amici: saranno loro le persone prese maggiormente in considerazione, per quanto riguarda questa valutazione: lo stanno condividendo, commentando, ignorando o reagendo con la faccia arrabbiata?
- Recency: quanto è nuovo il post? I post più recenti vengono posizionati più in alto.
Abbiamo visto come migliorare la copertura organica dei nostri post. Ma ci sono ulteriori accorgimenti che possiamo attuare per provare a fare sempre meglio.
Come sfruttare l’algoritmo di Facebook nel 2021
Vediamo, dunque, come possiamo sfruttare l’algoritmo di Facebook in questo 2021. Vediamo quali sono pratiche da adottare per portare visibilità ai nostri post ed attuare una efficace strategia di social media marketing sul social media per antonomasia.
Rispondere a commenti e messaggi
La cosa molto importante è la relazione umana. Facebook e i social sono fatti per connettere fra di loro le persone. Che siamo un’azienda, un brand o singoli individui, dobbiamo cercare di costruire relazioni significative con ogni componente del nostro pubblico. Diventa fondamentale, a tal fine, rispondere sempre ai commenti e ai messaggi che riceviamo: l’algoritmo assegna una priorità più alta ai post delle pagine con cui un utente ha interagito in passato.
Stimolare l’interazione
Se un post ha innescato molte conversazioni tra i nostri amici, l’algoritmo applicherà una “logica di azione” per mostrare di nuovo quel post agli utenti. L’interazione, il commento, vale una seconda possibilità, una seconda vita, per il contenuto. L’algoritmo riesce a capire, attraverso questi meccanismi, se le persone hanno voglia o meno di discutere di un determinato argomento.
Fare leva sull’emotività
Ne abbiamo parlato prima. Negli ultimi anni, Facebook ha mostrato di dare maggiore rilievo alle reazioni emotive ai post, piuttosto che ai semplici “Mi piace”: occorre dunque puntare a amore, abbracci, risate, tristezza e rabbia.
Capire quando il nostro pubblico è online
Capire quando i nostri seguaci sono online è importante per dare subito una bella accelerata ai nostri contenuti. La recency è proprio questo: i contenuti più recenti vengono posti in cima al feed: più utenti sono attivi in quel momento, più utenti potremo raggiungere. Per farlo, occorre pianificare i nostri post, oppure avere qualcuno in grado di farlo per noi.
Sfruttare le Storie di Facebook
Le storie di Facebook sono un grande strumento per scavalcare l’algoritmo di Facebook: esse, infatti, non seguono le logiche del news feed. E sembrano essere molto efficaci: pare che quasi il 60% degli utenti che hanno visualizzato le storie di Facebook abbiano poi approfondito la conoscenza del marchio o dell’azienda che le aveva pubblicate. Facebook ha condotto uno studio a riguardo, chiedendo ai propri iscritti di esprimere la propria preferenza circa il contenuto delle storie: storie di facile comprensione; storie che presentano nuovi prodotti e storie di suggerimenti o consigli.
Curare un gruppo collegato alla Pagina
Spesso sono sottovalutati o del tutto ignorati. Ma i gruppi Facebook possono essere una grande risorsa per le aziende, le organizzazioni e i brand. Essi offrono un ulteriore punto di contatto con gli utenti. Il vantaggio è che gli iscritti al “gruppo di marca” sono molto interessati ai contenuti pubblicati da quel marchio. Questo dovrebbe dare ai nostri contenuti una bella accelerata in termini di copertura ed engagement.
Prepararsi alle dirette video
Pare che i video in diretta siano particolarmente graditi all’algoritmo di Facebook. Nell’ultimo anno, come sappiamo, la loro crescita e diffusione è stata esponenziale. Ma è stato dimostrato – ne parlavamo qui – che i video live moltiplicano fino a sei volte le nostre capacità di raggiungere il nostro pubblico. E questo anche perché il video rimane fruibile anche oltre il suo termine.
Entrare fra i preferiti
Ognuno di noi, in quanto utente di Facebook, ha la possibilità di segnalare delle Pagine fra i propri preferiti. Sono trenta gli slot disponibili per ognuno di noi: le Pagine che riescono a rientrare in questa cerchia ristretta avranno, ovviamente, un pass speciale per il nostro feed. L’ambizione di ogni Pagina è riuscire a rientrare fra i preferiti di quanti più utenti possibile. La strada è quella dei contenuti di valore. Ma è importante anche far sapere a chi segue la nostra Pagina che può aggiungerci fra i propri preferiti. Facebook stesso ha redatto una breve guida a riguardo.
Pubblicare video interessanti e di lunga durata
Abbiamo percepito l’importanza di trattenere ed intrattenere, soprattutto attraverso contenuti video. Più a lungo riusciamo a tenere incollate le persone allo schermo, maggiore sarà il punteggio che Facebook attribuirà al nostro video. In particolare, l’algoritmo di Facebook premia i video che riescono ad intrattenere per almeno un minuto, soprattutto se della durata superiore a tre minuti. L’altro criterio è la lealtà del contenuto video e l’interesse che le persone mostrano nei suoi confronti, riguardandolo o cercandolo per vederlo. La base imprescindibile resta l’originalità: un video originale avrà più possibilità di essere ripreso e citato da altri canali. E questo migliorerà ulteriormente il suo punteggio.
Puntare sui nostri migliori ambasciatori
Se siamo un’azienda o un brand, non dovremmo faticare a comprendere quali possono essere i nostri migliori ambasciatori. Tutti i dipendenti e collaboratori, essendo persone “reali” avranno maggiore peso e credibilità per l’algoritmo di Facebook, per tutti i motivi di cui abbiamo parlato fin qui. I loro contenuti saranno giudicati di valore maggiore dagli amici presenti nella loro rete.
Evitare articoli acchiappaclic e disinformazione
Quello che assolutamente non dobbiamo a fare è presto detto. Non dobbiamo pubblicare contenuti acchiappaclic e disinformazione. Nello specifico, dobbiamo evitare di pubblicare:
- Collegamenti a siti che utilizzano contenuti spazzatura o rubati, completamente privi di valore: abbiamo visto cosa intendiamo per contenuti di valore;
- Contenuti borderline: contenuti non proibiti ma che, probabilmente, dovrebbe esserlo;
- Disinformazione e notizie false: a tal proposito, sarebbe bene imparare a riconoscere bufale e fake news;
- Informazioni sanitarie fuorvianti e “cure” pericolose;
- “Video deepfake” o video manipolati contrassegnati come falsi da fact-checker di terze parti.
Ora dovremmo avere tutti più chiaro come funziona l’algoritmo Facebook e possiamo provare a farlo funzionare a nostro vantaggio. Facciamolo!
Ma seriamente FB ha ancora senso di esistere?
Perché no?
…perché è in balia di over 50 che mandano buongiono, buonasera, foto di membri ed analfabeti funzionali – complottisti dell’ultima ora? Ho resistito anni fa credo per 6 mesi e poi ho piallato tutto. 🙂
Questo è uno dei motivi per i quali occorre costruire una giusta fan base o, comunque, una giusta rete di amicizie. Una rete che sia in sinergia con i contenuti che pubblichiamo 😁
si hai ragione, però oggettivamente le richieste di profili di gente psicopatica ricordo arrivassero a biondodio 😀
Non avevo mai sentito questo temine! Comunque, le richieste non bisogna accettarle per forza 😁