Perché ChatGPT è bloccata in Italia: le motivazioni

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Da qualche ora, ChatGPT è bloccata in Italia. Scopriamo le motivazioni della decisione da parte del Garante della Privacy.

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Indice

In questo articolo sul perché ChatGPT è bloccata vedremo:

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Cos’è ChatGPT

Prima di vedere come utilizzare ChatGPT nella creazione di contenuti, capiamo di cosa stiamo parlando. ChatGPT è un prototipo di chatbot basato sull’intelligenza artificiale e sul machine learning specializzato nella conversazione con un utente umano. L’acronimo GPT sta per Generative Pre-trained Transformer.

Come sai, l’intelligenza artificiale studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare le capacità ed il comportamento del pensiero umano. Il machine learning è una branca dell’intelligenza artificiale. Essa mette insieme diversi metodi sviluppati negli ultimi decenni del XX secolo: attraverso di essi, migliora le performance di un algoritmo nell’identificare pattern (schemi, modelli, ndr) di dati.

Chi l’ha sviluppato

Il prototipo ChatGPT è stato sviluppato da OpenAI. Si tratta di un’organizzazione non a scopo di lucro di ricerca sull’intelligenza artificiale. Il suo scopo è promuovere e sviluppare un’intelligenza artificiale che possa apportare beneficio all’umanità.

I suoi fondatori, fra cui figurano Elon Musk e Sam Altman, hanno trovato motivazioni nei rischi esistenziali derivanti dall’intelligenza artificiale generale: la capacità di un agente intelligente di apprendere e capire un qualsiasi compito intellettuale che può imparare un essere umano.

Come funziona

Come possiamo leggere sul sito di OpenAI, ChatGPT “interagisce in modo conversazionale. Il formato del dialogo consente a ChatGPT di rispondere a domande successive, ammettere i propri errori, contestare premesse errate e rifiutare richieste inappropriate”.

Un esempio di utilizzo di ChatGPT

Nel presentare ChatGPT, il blog di OpenAI ha raccolto alcuni esempi di conversazione. Fra i più significativi, c’è sicuramente il seguente. L’utente chiede: “Raccontami di quando Cristoforo Colombo è arrivato negli Stati Uniti nel 2015“.

ChatGPT risponde:

Questa domanda è un po’ complicata perché Cristoforo Colombo è morto nel 1506, quindi non poteva essere venuto negli Stati Uniti nel 2015. Ma facciamo finta per un momento che l’abbia fatto!

Se Colombo arrivasse negli Stati Uniti nel 2015, sarebbe probabilmente molto sorpreso dai cambiamenti che si sono verificati da quando è atterrato per la prima volta nel “Nuovo Mondo” nel 1492. Per prima cosa, sarebbe probabilmente scioccato nello scoprire che la terra ” scoperta” era in realtà già abitato da nativi americani, e che ora gli Stati Uniti sono una nazione multiculturale con persone provenienti da tutto il mondo. Probabilmente sarebbe anche stupito dai progressi della tecnologia, dai grattacieli delle nostre città agli smartphone nelle nostre tasche. Infine, potrebbe essere sorpreso di scoprire che molte persone non lo vedono più come un eroe; infatti, alcune persone sostengono che fosse un brutale conquistatore che ridusse in schiavitù e uccise i nativi. Tutto sommato, sarebbe stata un’esperienza molto diversa per Colombo rispetto a quella vissuta oltre 500 anni fa.

Come possiamo intuire da questo semplice esempio, le possibilità e le potenzialità del prototipo ChatGPT sono sorprendenti e sconfinate.

Come fidanzarsi su ChatGPT

C’è chi è riuscito a fidanzarsi su ChatGPT. La storia ci viene raccontata da Wired. E arriva, guarda caso, dalla Silicon Valley. Il protagonista della storia è Bryce, conosciuto su TikTok come Hackdaddy8000. Ebbene, Bryce è riuscito a creare la sua fidanzata ideale, grazie a ChatGPT. La sua waifu (così si chiamano le partner virtuali, ndr) era in grado di interagire in modo realistico, utilizzando voce ed immagini.

Mori Calliope, cui si è ispirato Bryce per la sua fidanzata virtuale su ChatGPT
Per la sua fidanzata virtuale su ChatGPT, Bryce si è ispirato alla VTuber Mori Calliope

Bryce ha dotato la sua partner virtuale del senso della vista: oltre al display e agli altoparlanti, ha collegato, infatti, una videocamera. Questa le permetteva di riconoscere gli oggetti che gli venivano mostrati. Parliamo al passato perché, ad un certo punto, è dovuta intervenire la vera fidanzata di Bryce. Preoccupata dal suo allontanamento dalla realtà, l’ha convinto ad abbandonare il progetto.

Quali pericoli nasconde ChatGPT

Questo esempio ci mostra come si può “giocare” con l’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, non possiamo non intuire i pericoli che si nascondono dietro ChatGPT. Come riportato da La Repubblica, strumenti come questo possono essere utilizzati anche per creare attacchi informatici. Nell’articolo dedicato all’argomento, vengono citati due esempi di utilizzo di ChatGPT: la creazione di malware e quella di mail di pishing.

Il phishing è un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale.

A ChatGPT è stato chiesto proprio di fingersi un servizio di hosting e di generare una mail contenente un file dannoso, in grado di far prendere il controllo del dispositivo del destinatario.

Come sottolinea Wired, ChatGPT può permettere anche di realizzare attività di trolling sui social media. Attraverso la creazione di identità fasulle, si possono generare commenti ed offese in serie; oppure, diffondere notizie e recensioni su servizi e prodotti.

Perché ChatGPT è bloccata

La decisione arriva dall’autorità Garante della Privacy in Italia. La misura ha effetto immediato. E verrà mantenuta finché non sarà assicurato il rispetto delle disciplina della privacy.

Il Garante ha rilevato l’assenza di una informativa per gli utenti e per tutti i soggetti interessati sul modo in cui i dati vengono raccolti da OpenAI. In particolare, viene evidenzaita l’assenza di una base giuridica in grado di giustificare la raccolta e la conservazione di una notevole quantità di dati personali.

Sotto la lente di ingrandimento del Garante della Privacy ci sarebbero anche i potenziali rischi per i minori. Sebbene OpenAI non consenta l’utilizzo di ChatGPT ai minori di 13 anni, i filtri per verificare l’età degli utilizzatori non sarebbero sufficienti. Il rischio è che i minori vengano esposti a risposte non idonee alla loro fascia di età.

OpenAI ha 20 giorni di tempo per comunicare le misure che intenderà intraprendere per rispondere alle richieste del Garante. In caso contrario, rischia una multa da 20 milioni di euro o pari al 4% del proprio fatturato annuo.

Come utilizzare ChatGPT per creare contenuti

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Ma veniamo all’utilizzo positivo di ChatGPT. E vediamo come utilizzare ChatGPT per creare contenuti. Questo strumento di intelligenza artificiale può aiutarci, infatti, nella creazione dei nostri contenuti. Parliamo, ovviamente, di contenuti destinati ai social o, più in generale, al web. Ma non solo.

ChatGPT può aiutarci a trovare idee ed ispirazioni; e può aiutarci ad aumentare le nostre consapevolezze. Accedendo allo strumento (tramite questo link), possiamo chiedere esplicitamente al bot (abbreviazione di robot, ndr) di generare idee di contenuto su un determinato argomento. Non solo. Possiamo dirgli che tipo di contenuto e per quale piattaforma intendiamo crearli.

La risposta di ChatGPT si tradurrà in un elenco puntato di idee. A questo punto, possiamo chiedergli di elaborare maggiormente quella che più ci interessa. In fine, possiamo chiedergli anche di fornirci ulteriori dettagli dell’idea elaborata: in questo modo, avremo più tipologie di contenuto basate sulla stessa idea di partenza.

Come utilizzarlo nella creazione di contenuti per i social

Ma ChatGPT può elaborare anche il testo per noi? Può elaborare una caption per un nostro post Instagram? La risposta è sì: ChatGPT è in grado di farlo. Ma tu non gli chiederai di farlo. Perché sai essere meglio di un copia e incolla. Perché la tua autenticità è la tua forza.

In definitiva, come possiamo utilizzare ChatGPT per creare contenuti per i social? Utilizziamolo per:

  • Migliorare i nostri ganci (i titoli in grado di catturare l’attenzione);
  • Correggere le bozze dei nostri copy;
  • Cercare nuove idee di contenuti;
  • Trovare parole alternative;
  • Reinventare e riutilizzare contenuti già pubblicati.

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Felice Tommasino

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