Le proteste in Francia infiammano le periferie delle grandi città. Come già accaduto nel 2005, tutto parte dalle banlieue, dove la povertà ed il disagio sociale la fanno da padrone. Una nuova ondata di protesta alimentata dall’eco dei fatti sui social.
Nello specifico, è Snapchat lo strumento di condivisione più utilizzato dai manifestanti. Ed ora cercheremo di capire perché, analizzando le sue caratteristiche. Ma partiamo ricostruendo quanto accaduto, fin dal principio.
Indice
In questo articolo sulle proteste in Francia vediamo
Cosa ha scatenato le proteste
Il motivo scatenante di questa ondata di proteste in Francia è quanto accaduto lo scorso 27 giugno. Alle ore 8 e 30, a Nanterre, periferia di Parigi, due poliziotti fermano un’auto per un controllo. A bordo di questa, ci sono tre ragazzi. Uno di loro, Nahel, muore raggiunto da un colpo di pistola.
La polizia dichiara subito di aver intimato a Nahel di fermarsi, come riporta La Repubblica. Ma questi si sarebbe rifiutato, cercando addirittura di investire gli agenti. Quindi, questi ultimi avrebbero sparato per legittima difesa.
Come entrano i gioco i social
Qui, entrano in gioco i social. Un video, pubblicato in rete poche ore dopo l’accaduto, smonta la versione fornita dagli agenti. Si vede un agente puntare la pistola contro l’auto del ragazzo, gridando: “Ti spareranno alla testa”. L’auto riparte per poi fermarsi contro un palo.
Due giorni dopo l’accaduto, la procura di Nanterre apre un’inchiesta per omicidio volontario nei confronti del poliziotto. Il trentottenne viene sottoposto alla carcerazione provvisoria.
Nel mentre, Mouna, la madre di Nahel, organizza una marcia bianca. Ma in tutta la Francia iniziano violenti scontri, saccheggi e tensioni. Il bilancio è di mille arresti in appena quattro notti; agenti feriti ed edifici danneggiati.
Il Governo francese convoca i responsabili delle piattaforme social
Il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron ha annunciato misure per il controllo dei social network e di chi li usa per fomentare il disordine. Nell’ordine, la lente di ingrandimento del Governo francese è puntata su Snapchat, TikTok, Telegram e Twitter.
Il Ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha convocato in riunione i responsabili delle piattaforme social, chiedendo loro collaborazione.
Le proteste in Francia sui social
Video e fotografie delle violenze, dei saccheggi e degli scontri con la polizia registrano milioni di visualizzazioni. Come riporta Il Riformista, su Snapchat, gli aggiornamenti vengono forniti con tanto di localizzazione.
Il rosso acceso degli utenti più attivi e gli snap delle proteste affiancano gli eventi musicali e sportivi su molte città francesi sulla Snapmap. La mappa del social network segnala gli snap più cliccati con tanto di etichette come “Distruzioni a Nanterre” o “Rivolta a Marsiglia”.
L’algoritmo aperto di Snapchat e TikTok è sicuramente uno dei punti di forza di queste piattaforme, in circostanze simili. Questi social network, infatti, non sono basati sulle bolle di prossimità e sui followers, come lo sono Facebook ed Instagram.
Questo significa che i contenuti vengono mostrati ad un pubblico potenzialmente molto più ampio. E questo anche se il creator che li pubblica non ha tantissimo seguito sui social.
Come abbiamo detto in apertura, questa ondata di proteste in Francia è segnata soprattutto da Snapchat. Vediamo come funziona e quali sono le sue caratteristiche.
Cos’è Snapchat
Snapchat può essere considerata l’app che ha inventato i filtri. Ma non è solo questo ad attirare gli oltre 170 milioni di utenti attivi. Ogni 24 ore, vengono scambiati 3 miliardi di snap. In inglese, snap significa scatto, schiocco. E sono proprio l’immediatezza e la spontaneità le fondamenta di questo social.
L’idea, del 2011, è di Evan Spiegel, Bobby Murphy e Reggie Brown, studenti dell’Università di Stanford. Erano ossessionati dal voler creare un nuovo social network, capace di competere con Facebook e Twitter. Inizialmente, la loro app era disponibile solo per iOS. E si chiamava Picabboo.
Non divenne un successo fino a quando, già diventata Snapchat, non fece sfoggio del suo elemento distintivo rispetto ai competitors: le foto, dopo essere state pubblicate, scomparivano automaticamente. Nel febbraio 2013, erano già 60 milioni gli snap scambiati ogni giorno negli Stati Uniti.
Quali sono le caratteristiche di Snapchat
Intuire le caratteristiche di Snapchat è semplice quanto l’app stessa. In breve, possiamo dire che su questo social:
- si condividono foto e video, non testi;
- i contenuti pubblicati scompaiono subito dopo essere stati visualizzati dal destinatario;
- non esistono feed come sulle altre piattaforme social.
I video su Snapchat hanno una durata massima di 10 minuti. Ogni destinatario può visualizzare il video una sola volta. Questo, infatti, scomparirà a riproduzione eseguita.
Grazie alla funzione “Ricordi”, l’utente può salvare gli snap personali. La funzione “Storie”, introdotta nel 2013, riprende quanto avviene su Instagram e Facebook: l’utente può postare delle foto visibili per 24 ore.
L’unica modalità per inviare messaggi su Snapchat è rispondere agli snap dell’utente con cui si vuole conversare. E lo si può fare solo registrando un altro snap. Chi riceve il breve video, potrà visualizzarlo una sola volta e non può salvare schermate.
Controversie di Snapchat: la spinta alla chirurgia estetica
Ci sono poi i filtri. Snapchat, prima ancora di ogni altro social, ha fatto dei filtri un suo cavallo di battaglia. La misura di ciò è data dal nome che è stato dato ad un vero e proprio disturbo. L’allarme è stato lanciato da diversi chirurghi plastici: sono sempre di più le persone che chiedono di essere operate per somigliare alla propria immagine su Snapchat. Il disturbo viene riconosciuto come dismorfia da Snapchat.