Come Raffaella Carrà ha cambiato la televisione, la pubblicità e il linguaggio

Raffaella Carrà ha cambiato la televisione, la pubblicità, il costume e persino il nostro linguaggio. Vediamo come ripercorrendo alcune tappe della sua strepitosa carriera, fra cinema, televisione e pubblicità.

Viene impossibile credere che Raffaella Carrà possa essere sconosciuta a qualcuno. Lo è altrettanto pensare che – come sottolineato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – non fosse simpatica a chiunque abbia avuto modo di vederla e di sentirla anche solo alla televisione. La sua risata echeggia nella testa di ognuno di noi. In quella risata, c’era tutto un mondo; c’era tutta Raffaella Carrà.

La Carrà che ha avuto la forza di cambiare, con la sua spontaneità, la televisione, la pubblicità ed il nostro linguaggio.

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Indice

In questo articolo, ripercorriamo alcune tappe della sua carriera. E capiremo come Raffaella Carrà abbia cambiato la televisione, la pubblicità ed il linguaggio. Lo faremo ricordando:

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Raffaella Carrà diva internazionale

Nella sua spontaneità, nel suo essere sempre se stessa, c’è il segreto della sua popolarità. Popolarità che, nonostante gli esordi difficili nel cinema, è arrivata a valicare i confini nazionali. E le ha fatto meritare anche il Late Show with David Letterman – conosciuto in Italia come David Letterman Show – il più noto talk show statunitense. Sessanta programmi televisivi, trenta film, nove sceneggiati e ventuno dischi di platino: basterebbe questo per descrivere Raffaella Carrà? No, perché la Carrà è stata ed è anche molto di più.

La Carrà non sfigurava con Mina, Pertini e Papa Wojtyla

Come riporta L’Espresso, nel 1984, Giovanni Minoli lanciò un sondaggio durante Mixer chiedendo di votare il personaggio più amato d’Italia. Il risultato, sorprendente, vide Raffaella Carrà battere Sandro Pertini e collocarsi al secondo posto, alle spalle di Papa Giovanni Paolo II. Questo, nonostante la polemica sollevata, contro il suo compenso stellare, dal leader socialista Bettino Craxi: “Una vergogna”, ebbe modo di dire.

D’altra parte, Raffaella Carrà non si è fermata mai davanti a niente. “Io, da donna non l’avrei mai fatto”, ha raccontato Pippo Baudo a Radio Capital, ricordando la co-conduzione della Carrà insieme a Mina, a Milleluci, nel 1974. “Mettersi in coppia con Mina e non sfigurare: nessun altro ne sarebbe stato capace”, ha detto ancora Baudo al Quotidiano Nazionale.

Raffaella Carrà ha insegnato all’Europa la gioia del sesso

Per The Guardian, la Carrà è stata l’icona pop che ha insegnato all’Europa la gioia del sesso. Ma il celebre caschetto biondo della televisione italiana – opera di Vergottini – è stata anche tantissime altre cose. La Carrà ha rivoluzionato il linguaggio televisivo e rotto gli schemi proponendo un nuovo esempio di figura femminile nel mondo dello spettacolo.

I difficili esordi nel cinema e l’origine dello pseudonimo della Carrà

Raffaella Carrà è nata nel 1943 come Raffaella Maria Roberta Pelloni. Lo pseudonimo le fu dato negli anni Sessanta, dal regista Dante Guardamagna: appassionato di pittura, associò il vero nome, Raffaella – con rimando al pittore Raffaello Sanzio – al cognome del pittore Carlo Carrà. Nel mondo del cinema, la Carrà aveva esordito nel 1952, a soli otto anni, nel film Tormento nel passato. In quel mondo, non riuscì ad avere successo. Ma la carriera che la porterà a diventare showgirl, cantante ballerina, conduttrice televisiva e radiofonica, oltre che autrice televisiva, avrebbe preso il volo solo pochi anni più tardi.

Per la sua spontaneità mai volgare e la sua esuberanza, Raffaella Carrà è sempre stata amata anche e soprattutto dal pubblico femminile. La presentatrice è stata ed è, tutt’oggi, una fonte di ispirazione per tantissime donne, per la rivoluzione portata dal suo modo di vestire e di porsi.

La Carrà e lo scandalo dell’ombelico scoperto

Nel 1971, arrivò a scomodare l’Osservatore romano. Era nato il Tuca, tuca. Raffaella Carrà lo ballava insieme ad Enzo Paolo Turchi, all’interno del programma Canzonissima, condotto dalla stessa Carrà e da Corrado. La coppia era stata riconfermata, dopo il grande successo ottenuto nella prima edizione di Canzonissima. Quella era stata l’edizione dell’ombelico scoperto, dello scandalo e dell’esplosione del fenomeno Carrà.

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Il caschetto alla Carrà diventa il taglio di capelli più desiderato dalle italiane

Il “caschetto alla Carrà”, nel 1970, era il taglio di capelli il più desiderato dalle italiane. Quel look inedito aveva iniziato a spopolare già dopo le prime apparizioni della show girl nella sigla di Canzonissima. Raffaella Carrà ci teneva tantissimo a che i suoi capelli rispecchiassero e seguissero il suo modo di essere: “Io mi muovo in un certo modo ed i miei capelli devono muoversi con me”, ebbe modo di dire raccontando il modo di curarli. Perché lei, eccezionale donna normale li aveva crespi di natura.

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“Io mi vestivo così, pantaloni e top corto, senza nessun secondo fine. Ma evidentemente, senza rendermene conto, stavo rompendo gli schemi. Forse perché ballavo in modo libero, forte, comunicavo energia, non una sensualità eccessiva. E dunque è stato più facile far passare un messaggio di libertà. Mentre ballavo non pensavo: guardate come sono brava. Pensavo: dai, venite a far casino con me”, ha raccontato la stessa Carrà a Sette, nel 2020.

Raffaella Carrà nella pubblicità

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La popolarità di Raffaella Carrà è stata cavalcata nella pubblicità. Ricordiamo gli spot per Motta, nel 1988, e quelli per Valleverde, dal 1997 al 1999. Ma è in quelli per Agip, Poste Italiane e Scavolini che, probabilmente, Raffaella Carrà ha lasciato il segno.

Raffaella Carrà nel Carosello Agip

Nel 1972, grazie al successo come showgirl, Raffaella Carrà divenne anche protagonista di un Carosello. Era quello del Sint 2000, un lubrificante motore a base sintetica. Anche in quel caso, la Carrà fu portatrice di innovazione. Come scrive Auto blog, il Carosello in questione è quanto di più vicino alle moderne pubblicità televisive si potesse vedere allora.

Ritmo veloce, come i cambi di scena. Il linguaggio è diretto, la durata è breve. E la colonna sonora conduce lo spettatore per mano dall’inizio alla fine. Dopo aver ballato, la Carrà viaggia per le strade di Roma a bordo della sua auto, una supersportiva. E, dopo la sosta, se ne va sgommando, dando a tutti la buonanotte. A guidare è proprio lei, avvolta in un elegante impermeabile.

La Carrà e Poste Italiane presentano il CAP

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Poco prima, un’altra azienda aveva utilizzato la popolarità di Raffaella Carrà per la propria comunicazione. Poste italiane identificò la Raffaella Nazionale come il volto più adatto per parlare direttamente agli italiani. Era il 1967 e, in Italia, si discuteva della legge sul divorzio; la morte in circostanze misteriose di Luigi Tenco a Sanremo aveva scioccato l’opinione pubblica; e si manifestava contro i bombardamenti in Vietnam.

A quella Italia, era rivolta la clip che introduceva il Codice di avviamento postale (Cap): un dialogo fra Raffaella Carrà e Gianni Boncompagni. Parole chiare e semplici, senza rischi di incomprensioni, per spiegare quella novità agli italiani. Poste Italiane organizzò un concorso a premi, “Il numero d’oro”, protagonista di diverse clip. In tutti gli Uffici Postali, si trovavano cartoline per partecipare al gioco: andavano compilate rispondendo a semplici domande, inserendo il proprio Codice di Avviamento Postale e spedite senza essere affrancate, quindi gratuitamente.

Raffaella Carrà, la più amata dagli italiani, per Scavolini

Il titolo di più amata dagli italiani, nel 1984, fece di Raffaella Carrà il testimonial ideale per raccontare il mondo accogliente delle cucine. Con le mani saldamente serrate sui fianchi, la Carrà si aggirava tra i mobiletti laccati con un tocco di lucidalabbra rosato, avvolta nei suoi abiti con le spalline fuori scala. Quella posa le apparteneva così tanto da essere immortalata in una statuina formato Oscar, che celebrava i suoi primi trent’anni di carriera,

Come Raffaella Carrà ha rivoluzionato il linguaggio e la televisione

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Raffaella Carrà è entrata nell’immaginario collettivo mondiale. Ma anche nel nostro linguaggio. Pensiamo al termine carràmbata. Un termine entrato nei dizionari italiani e che significa “incontro inatteso con una o più persone con le quali si erano persi i contatti”. Con evidente derivazione dal cognome della showgirl, si è iniziato a diffondere a metà degli Anni Novanta.

Cosa significa carrambata e da cosa deriva

Dopo la parentesi in Fininvest e gli anni in Spagna, Raffaella Carrà era tornata su Rai 1. Nel programma Carràmba! Che sorpresa, la Carrà coinvolgeva, in diretta, gli ospiti e il pubblico in sala in sorprese e incontri inaspettati con persone care (parenti o amici) che non vedevano da molto tempo, architettati insieme con un complice.

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Già dalla prima edizione, il programma fece segnare il record di ascolti con una media di 10’000’000 di telespettatori, riconfermati anche nelle edizioni successive. Nel 1998, al programma, venne affidato il compito di risollevare le sorti della Lotteria Italia (a cui era stato abbinato già nel 1996), si decise quindi di cambiare il nome in Carràmba! Che fortuna. La trasmissione riuscì a riscuotere un successo addirittura maggiore rispetto alle precedenti edizioni: raggiunse picchi del 66% di share con 14’000’000 di telespettatori.

“E non c’è nome più potente/Non c’è nome più importante”, sono le parole dedicati a Raffaella Carrà da Tiziano Ferro nel brano Raffaella è mia. Sembrano i termini più azzeccati per provare a definire l’icona che è stata ed è, ancora, Raffaella Carrà.

La Carrà inaugura il topos della televisione dal salotto

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Sempre empatica e delicata, mai sopra le righe, di classe come nessuna mai. Fra i programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana, ricordiamo anche Fantastico e Pronto, Raffaella?. Quest’ultimo, in onda dal 3 ottobre 1983, è stato il primo programma della Rai ad andare in onda nella fascia di mezzogiorno.

Fino a quel momento, infatti, la televisione pubblica avviava le trasmissioni quotidiane nel primo pomeriggio. La decisione di programmare uno spettacolo nell’orario inedito per la Rai arrivò in seguito al successo dei quiz mattutini della neonata Canale 5. Secondo alcuni esperti di comunicazione, con Pronto Raffaella? sarebbe nato il topos della Tv nel salotto: un espediente per creare un maggior contatto con il pubblico a casa.

Impossibile immaginare quel record di ascolti davanti a un barattolo di fagioli, senza la conduzione di Raffaella Carrà. Ne scaturì persino un libro di ricette: la dispensava consigli di cucina con titoli come Insalata Soca Dance, zuppa di Raffaella, strozzapreti alla Carrà.

Per tutto questo e per tantissimo altro, Raffaella Carrà resterà indelebile nella nostra cultura e nella memoria del mondo intero.

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Felice Tommasino

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